giovedì 3 novembre 2022

Una lettera del 1982 riletta nel 2022


    Dario De Bastiani


Leggo sul web che ricorre quest'anno il 40° della pubblicazione del "il Quindicinale". Un periodico fondato e poi diretto per molti anni da Dario De Bastiani. Uomo di punta della Democrazia Cristiana e quindi della classe dirigente, culturale e politica, della città di Vittorio Veneto; .

Casualmente, in questi giorni, nel rovistare tra vecchie carte, mi è capitata fra le mani la lettera che Dario De Bastiani mi inviò dopo la caduta della Giunta nel giugno del 1982, appunto 40anni fa.

Sia la fondazione del Quindicinale che questa lettera del suo Direttore appartengono a una storia ormai lontana, una storia che tuttavia, a sommesso parere di chi scrive, meriterebbe di non essere del tutto dimenticata.

Eccone il testo seguito da una breve riflessione.

Lettera di Dario De Bastiani a Giorgio Pizzol il 18 giugno 1982

 Carissimo Pizzol,

Anche se sono stato

sempre critico nei tuoi riguardi e verso la

tua Amministrazione, e come ti ho detto nella

lettera che accompagnava l’ultima mia pubblicazione,

non posso dire di essere stato favorito dalla

azione culturale del Comune, ti esprimo

la mia solidarietà nel momento più amaro

della tua militanza politica. Ciò è dettato anche

dalla constatazione che è la prima volta, almeno

a Vittorio Veneto, che una coalizione si sfascia così

malamente e travolge il Capo dell’Amministrazione.

Con la solidarietà anche il ringraziamento per

i tuoi 7 anni di personale impegno per la Città,

Tutti coloro che si impegnano per la Comunità,

a prescindere a dalla tessera che hanno in tasca e

dagli obiettivi politici che si propongono meritano

la riconoscenza della Cittadinanza.

Anche se ciò che è avvenuto può forse premiare

tanti anni di opposizione della mia parte politica,

e, come è nelle cose, continueranno le divergenze

di opinione tra noi, ti saluto cordialmente

e con tanta stima

Dario De Bastiani

 

Nel rileggere questa lettera chi scrive non può non rievocare vicende che gli procurano ancor oggi un forte senso di amarezza. Nello stesso tempo le parole di De Bastiani procurano al destinatario, oggi come allora , un sia pur lieve senso di consolazione: rendono, "l'onore delle armi" ed esprimono sinceramente stima per la persona dell’avversario sconfitto.

La lontananza dei fatti nel tempo stempera le passioni che alimentarono tante dispute infuocate e tante pungenti critiche del Quindicinale alle iniziative politiche del sottoscritto nei successivi dieci anni.

Oggi Dario De Bastiani non è più tra noi, ed è un peccato, perché sarebbe senz’altro più facile, vista l'acqua che è passata sotto i ponti, riprendere il discorso in merito alla necessità di distinguere i giudizi sulle persone da quelli sulle loro appartenenze politiche.

Con l’occasione si potrebbe cominciare un discorso che all’epoca non è mai cominciato. E che oggi potremmo cominciare facendo tesoro del senno di poi.

Questo. Il mittente e il destinatario della lettera se avessero ragionato pacatamente e obiettivamente, spogliandosi delle relative passioni politico-ideologiche, avrebbero capito che la gran parte delle polemiche erano davvero inutili e prive di senso. Per un motivo molto semplice: entrambi avevano in testa un solo scopo o illusione: fare di Vittorio Veneto la Città più bella del mondo.

 



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