lunedì 24 gennaio 2022

Pensa tu stesso

Sul frontone de tempio di  Apollo a Delfi era scritto: "Conosci te stesso". Si dice che questo motto fosse la sintesi della saggezza del pensiero antico. Ora mi chiedo: "Come posso conoscere me stesso?" Mi rispondo: "Posso conoscermi pensando a quella cosa che costituisce il mio io, ossia pensando me stesso". Osservo che per pensare me stesso posso usare soltanto la mia mente. Penso dunque la mia mente e osservo che nella mia mente si formano questi pensieri.

LA MENTE (IO) “STUDIA” E “SCOPRE” SE STESSA

Io “penso” e “studio” la mia mente.

Io studio la mia mente per mezzo della mia mente.

Quando penso “io”, penso “la mia mente”

“io” e “la mia mente” sono la stessa cosa: io sono la mia mente.

La mente studia se stessa per mezzo di se stessa

(Il mio “io” studia se stesso per mezzo di se stesso).

Io posso studiare la mia mente RIFLETTENDO (pensando i miei pensieri).

N.B. La mente è come uno specchio che riesce a rispecchiarsi in se stesso - con tutte le immagini che lo specchio contiene.

La MIA mente riflettendo su se stessa - dopo lo svolgimento di un certo numero di esercizi -“scopre” (vede, conosce, comprende) le proprie caratteristiche: scopre “come è fatta” e “come funziona”.

Ecco una delle scoperte più importanti.

La mente scopre di possedere due “facoltà”:

  1. l’intelligenza “reattiva” (inconsapevole, in-cosciente);
  2. l’intelligenza “attiva” (consapevole, cosciente) 

- Per mezzo della prima facoltà l’essere umano “reagisce” agli “stimoli” che gli provengono dall’ambiente esterno e “risponde immediatamente” ossia compie quelle azioni che gli consentono di “conservare” la vita (ad esempio sente fame, sete, freddo e immediatamente cerca cibo, vestito, mezzi per riscaldarsi).

- Per mezzo della seconda facoltà l’essere umano “prima” di compiere un’azione “attende e pensa”; cerca di “prevedere” quale sarà il risultato del suo agire (ad esempio, sente sete, vede davanti a sé un bicchiere d’acqua, ma non sapendo se l’acqua è potabile “attende” di bere). (continua)

 

domenica 16 gennaio 2022

Il Manifesto di Papa Francesco

Sul  Messaggio per la LV Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2022 di Papa  Francesco  /https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/peace/documents/20211208-messaggio-55giornatamondiale-pace2022.html riporto qui di seguito il dialogo epistolare fra il sottoscritto e il giornalista Mauro Suttora.

Giorgio Pizzol: Considero questo discorso del Papa un "Manifesto" per la fondazione di un nuovo partito di ispirazione cattolica. Devo dire sinceramente che esso mi convince e, per quanto nelle mie possibilità, lo sosterrò volentieri. Lo trovo una buona sintesi dei valori del personalismo cristiano, del liberalismo e del socialismo democratico (sintesi per altro già riscontrabile nel testo della nostra Costituzione). Con chiare indicazioni in tema di ambiente e di pace. Negli ultimi decenni non ho trovato un manifesto simile nel mondo della cultura "laica". Credo che il mondo laico, oggi inerte sul piano ideologico, potrebbe accogliere e farsi sostenitore di questo discorso così come sta. Sarebbe per l'Italia una grande occasione di rilancio del pensiero e dell'azione politica, un’occasione che tra l'altro segnerebbe la fine della storica e nefasta divisione degli italiani in guelfi e ghibellini. Ma ora mi interessa conoscere il tuo parere.

Mauro Suttora: Un po' troppo comunista. Ma è il suo mestiere. Io sono più per la parabola dei talenti, darsi da fare.

Giorgio Pizzol: Non sei l'unico oggi a dare del comunista al Papa. Ai tempi della mia infanzia e giovinezza sarebbe stata solo una battuta comica. Ma qui stiamo parlando seriamente. Allora, richiamando quanto dicevano i ventenni all'inizio degli anni '60 dirò che il concetto di comunismo (o socialismo) viene dallo sviluppo coerente del concetto del liberalismo. Obiettivo finale sia del liberalismo che del comunismo – e, a ben guardare anche del cristianesimo - è una società nella quale il libero sviluppo di ciascuno sia condizione per il libero sviluppo di tutti. Questo obiettivo non esclude affatto la parabola dei talenti, anzi crea le condizioni per la sua realizzazione concreta e secondo equità.

Mauro Suttora.: Se fosse uguaglianza dei punti di partenza e poi vinca il migliore, sì. Invece il comunismo reale è stato una tragedia. Ma anche il socialismo democratico (Scandinavia) redistribuisce con le tasse dai ricchi ai poveri in maniera eccessiva. Non parliamo dell'Italia, dove sono massacrati gli unici che pagano le tasse (i dipendenti)

Giorgio Pizzol: Tu parli degli uomini e dei partiti che hanno che si sono denominati socialisti o comunisti. E anch'io sono d'accordo con te su ciò che è avvenuto storicamente. Ma io parlavo però delle idee. La storia purtroppo ci presenta sempre esempi di incoerenza fra il comportamento che si dovrebbe tenere al fine della realizzazione delle idee e quello realmente tenuto da uomini e gruppi di uomini che quelle idee dicono di voler attuare. Ma la prima operazione da fare, a mio parere, è proprio chiarire quanto più possibile le idee da un lato e i comportamenti dall’altro. Solo così si potrà giudicare come persone e gruppi sociali e politici si comportano coerentemente per la realizzazione delle idee. Se poi ci rifletti, le idee di fondo sono sempre le stesse: liberté, egalité, fraternité (tutte e tre insieme perché ognuna di esse implica le altre due). Il fatto che gli uomini le abbiano tradite e le tradiscano non significa che siano sbagliate. Oggi anche il Papa è d'accordo e le ripropone con un discorso semplice e chiaro. Perché non approfittare di questa occasione per tentare di raccogliere attorno ad esse quante più persone possibile  che si impegnino a realizzarle agendo coerentemente?

Mauro Suttora: Ma se non riusciamo neanche a far pagare le tasse ai ricchi, o ad Amazon e Facebook, che evadono nei paradisi fiscali.

Giorgio Pizzol: Appunto, manca l'impegno di cui dicevo sopra. Oggi in Italia e, temo, anche in molte altre parti del mondo, nessuno esercita il "ragionamento" o "pensiero critico" o “pensiero consapevole” che riproponga il pensiero di cui il Papa si è fatto portavoce. Purtroppo neanche gli "intellettuali": i professori Universitari di scienze politiche, di diritto, di sociologia, di economia di storia, i direttori dei giornali e i giornalisti, i letterati. Tanto meno ragionano il leader degli pseudo-partiti odierni sia di destra che di centro e di sinistra. Non c'è dibattito su nessun tema né fuori né dentro il Parlamento. Le idee e i programmi politici sono state sostituite dai sondaggi. Il popolo poi, è stato educato alla presunzione e al disprezzo per tutto ciò che non gli fornisca panem et circenses. Siamo al deserto del pensiero se non all'atrofizzazione della facoltà di pensare. Questo purtroppo è il vero problema nel Bel Paese. Quindi i poteri forti possono fare il bello e il cattivo tempo. Dettano loro le leggi, in particolare sulle tasse, e decidono anche se pagarle o no. Ecco perché la voce di Francesco mi sembra tanto importante. Lui  tenta almeno un ragionamento sulla realtà del mondo di oggi. Spero proprio che non rimanga "voce di uno che grida nel deserto" Staremo a vedere se almeno i cattolici risponderanno al suo richiamo. L'Azione cattolica credo sia ancora in campo. Su questo manifesto potrebbe ricostituirsi , perché no?, la Democrazia Cristiana.

Mauro Suttora giornalista professionista dal 1983, nei settimanali Europeo e Oggi (Rcs, Rizzoli Corriere della Sera). Corrispondente da New York 2002-2006. Collaboratore di Newsweek, New York Observer, Foglio, Diario, Libero, Sette, HuffPost  https://pizzol.blogspot.com/search?q=confini



domenica 9 gennaio 2022

L'anima dell'uomo sotto il socialismo - Oscar Wilde

Recensione

 

L’anima dell’uomo sotto il socialismo di Oscar Wilde

(The Soul of man under socialism, 1891)

“Il socialismo o comunismo, o qualunque sia il termine con cui lo vogliamo chiamare, convertendo la ricchezza privata in pubblica utilità e sostituendo la competizione con la cooperazione, ricondurrà la società alla sua propria condizione di organismo veramente sano e garantirà il benessere materiale di ogni membro della comunità”

Il saggio di cui parliamo è stato scritto nell’ultimo decennio del secolo XIX. Ricordiamo che il Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx e Friedrich Engels era stato pubblicato il 21 febbraio 1848 e che l’Associazione internazionale dei lavoratori era stata fondata nel 1864. La Rivoluzione d’Ottobre era invece ancora di là da venire.

Siamo dunque in un momento in cui è in pieno svolgimento il dibattito su quel movimento di pensiero e di azione denominato socialismo o comunismo. Un movimento che avrebbe segnato profondamente nel bene e nel male la storia dell’Europa nel successivo secolo XX.

Oscar Wilde è celebre per essersi dedicato interamente alla letteratura. Molti potrebbero pensare che egli non avesse alcun interesse al tema in parola. Nulla di più errato. Nel breve saggio di cui parliamo Wilde espone una acutissima analisi dei problemi, economici, sociali e culturali del suo tempo ed elabora una tesi controcorrente per i suoi e anche per i nostri tempi: il socialismo deve essere instaurato per creare le condizioni per la realizzazione dell’individualismo. Più precisamente, non solo per liberare la moltitudine degli operai dallo sfruttamento e dalla miseria, ma soprattutto, e in definitiva, per liberare i capitalisti dalla schiavitù della proprietà privata.

Facciamo un passo indietro. Secondo l’opinione comune dominante ai tempi di Wilde e anche ai nostri, è il liberalismo che dà valore alla libertà individuale mentre il socialismo la comprime o addirittura la sopprime.

Oscar Wilde rovescia questa tesi sostenendo che soltanto dopo l’instaurazione del socialismo sarà possibile creare le condizioni per la piena espressione delle libertà e potenzialità individuali.

Lo Stato (che, secondo Wilde, deve essere una libera associazione di cittadini e non un’istituzione autoritaria) si occuperà della produzione e della distribuzione dei beni facendo in modo che tutti possano ottenere la ricchezza necessaria per soddisfare le proprie necessità. Il lavoro dovrà essere svolto soprattutto dalle macchine che saranno sempre più perfezionate e consentiranno di ridurre al minimo la fatica e il tempo in cui è necessario lavorare.

Oggi (1891), dice Wilde, le macchine, in proprietà di pochi riducono la maggioranza della popolazione in schiavitù e in miseria, ma rendono schiavi i loro stessi proprietari, costretti a rinunciare allo sviluppo della propria personalità perché sempre assillati dalle preoccupazioni dell’accumulazione e della gestione della loro ricchezza. Col socialismo invece saranno le macchine a servire gli uomini e a consentire loro di dedicarsi allo sviluppo di tutte le loro potenzialità vitali.

“Il riconoscimento della proprietà privata ha realmente nuociuto all’individualismo e lo ha offuscato confondendo l’uomo con quel che possiede…di conseguenza l’uomo ritenne che fosse importante l’avere ignorando che invece era l’essere.”

Ecco perché, dice il nostro autore, il vero individualismo sarà realizzato dopo l’instaurazione del socialismo.

A parere di chi scrive la lettura di questo scritto è ancor oggi attuale e molto utile per un approfondimento del dibattito in merito al rapporto fra libertà e proprietà.

 

 

sabato 1 gennaio 2022

Papa Francesco sulla pace

Riporto senza commento (perché ne condivido integralmente il contenuto)  questi brani  tratti da L'Azione.it del 1 gennaio 2022

 

CHIESA: messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace

CHIESA: messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace che si celebra il 1° gennaio

Dialogo fra le generazioni, educazione e lavoro: sono le tre vie per “dare vita ad un patto sociale, senza il quale ogni progetto di pace si rivela inconsistente”.

“Nonostante i molteplici sforzi mirati al dialogo costruttivo tra le nazioni, si amplifica l’assordante rumore di guerre e conflitti, mentre avanzano malattie di proporzioni pandemiche, peggiorano gli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, si aggrava il dramma della fame e della sete e continua a dominare un modello economico basato sull’individualismo più che sulla condivisione solidale”

“il perseguimento di un reale processo di disarmo internazionale non può che arrecare grandi benefici allo sviluppo di popoli e nazioni, liberando risorse finanziarie da impiegare in maniera più appropriata per la salute, la scuola, le infrastrutture, la cura del territorio e così via”.

“Tra l’indifferenza egoista e la protesta violenta c’è un’opzione sempre possibile: il dialogo”

“la politica è chiamata a svolgere un ruolo attivo, promuovendo un giusto equilibrio tra libertà economica e giustizia sociale. E tutti coloro che operano in questo campo, a partire dai lavoratori e dagli imprenditori cattolici, possono trovare sicuri orientamenti nella dottrina sociale della Chiesa”.

https://www.lazione.it/Attualita/CHIESA-messaggio-del-Papa-per-la-Giornata-mondiale-della-pace