lunedì 12 luglio 2021

Guido, i’ vorrei

 





 












Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;

sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.

E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:

e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.

Parafrasi. Guido, io vorrei che tu, Lapo ed io fossimo presi da un incantesimo e posti su una navicella, che esposta al vento in qualsiasi direzione,  andasse liberamente per  il mare secondo i nostri desideri.  E ciò avvenisse in modo tale che la sorte o le avversità atmosferiche non ponessero nessun ostacolo. Anzi, avendo noi la medesima intenzione, crescesse continuamente la voglia di stare assieme. Vorrei che  il buon mago che ha operato l'incantesimo mettesse con noi donna Vanna (amata da Guido) e donna Lagia (amata da Lapo) e quell'altra di cui non dico il nome  - che è la trentesima nominata nel libro delle donne più belle di Firenze - (amata d me).
E vorrei che noi non dovessimo fare altro che parlare  d'amore. E che ciascuna delle fanciulle fosse contenta, così come certamente saremmo contenti noi.

(N.B. Si tratta di un modestissimo omaggio del sottoscritto a Dante nel 700° della morte con la trascrizione di appunti del 1959. Non garantisco della correttezza filologica della parafrasi.)

venerdì 9 luglio 2021

La vita è spendere vita

La vita è spendere vita
seminare
quando siamo vivi e viviamo
e amiamo
che il sogno resti con noi

non interrogare più
nella notte amica
il chiarore dell'alba imminente
per i segni del nuovo giorno
il sogno
alimenti l'amore
e l'amore il sogno
e

lunedì 5 luglio 2021

Filosofia elementare, esperimento mentale




L'esperimento  che qui si propone  consiste nel pensare lentamente (molto lentamente) quanto segue.

Io penso, io mi penso, io penso il mio pensare:

  • il mio percepire - attraverso i cinque sensi - cose e fatti (il mondo);
  • il mio rappresentare cose e fatti (il mondo);
  • il mio ricordare cose e fatti (il mondo)
  • il mio immaginare cose e fatti (il mondo)

                            IO RIFLETTO

IO SONO CAPACE DI RIFLETTERE “DA SOLO”;
IO DECIDO DI RIFLETTERE DA SOLO;

IO HO FIDUCIA NEL MIO RIFLETTERE;

IO SONO CURIOSO DI SCOPRIRE TUTTO CIÒ CHE RIUSCIRÒ A SCOPRIRE
PER MEZZO DEL MIO RIFLETTERE DA SOLO. 

RIFLETTENDO RIESCO A SCOPRIRE (A SAPERE) che:

  1. IO SONO VIVO QUI, ORA; desidero vivere (ho paura di morire); desidero vivere realizzando tutte le mie capacità (e possibilità) vitali; desidero provare il massimo di gioia possibile nel mio vivere, “essere felice”;
  2. la mia vita si svolge in un periodo di tempo limitato (una sola volta);
  3. vi sono fatti favorevoli e fatti sfavorevoli alla mia vita; i primi costituiscono il mio “bene” i secondi il mio “male”;
  4. quanto più conosco “come è fatto il mondo” tanto più conosco il mio bene e il mio male;
  5. lo studio e il lavoro sono i mezzi che posso impiegare per evitare (e riparare) il male e per produrre il bene per la mia vita;
  6. lo strumento più prezioso per svolgere uno studio e un lavoro efficaci è la mia mente;
  7. la mia mente potrà essere efficiente solo se il mio organismo si manterrà in salute (sano). 

Più la mia mente “RIFLETTE” più si mantiene sana e efficiente, e più mi aiuta:

  • a mantenere il mio organismo sano;
  • a studiare e a lavorare efficacemente, a realizzare le mie capacità vitali;
  • quindi a provare gioia nella mia vita, a essere felice.

 

Se io rifletto e tu rifletti  noi avremo RISPETTO:

io per la tua vita, tu per la mia vita;

noi regoleremo il nostro agire

in modo da aiutarci reciprocamente

e da aiutare ogni altro essere umano (senza distinzione)

a vivere (per quanto possibile) una vita felice (buona, giusta, e bella)

 

N.B. Come si dice il titolo, il discorso sopra riportato vuole essere un'introduzione allo studio dei "primi elementi" della "filosofia". Chi scrive si permette di proporre l'esperimento in questione in quanto, avendolo svolto e ripetuto quasi quotidianamente fin dalla primissima giovinezza, ha potuto constatare che esso ha prodotto risultati molto utili per affrontare vari problemi piccoli e grandi della sua vita. Utile, in particolare, per affrontare con minor fatica lo studio di qualsiasi materia sia all'interno che all'esterno della scuola nei suoi vari gradi.

Per la cronaca, l'esperimento è stato svolto diversi anni fa nelle classi  III, IV e V di una scuola elementare, in una decina di incontri . Gli alunni hanno, pur invitati fermamente a mettere in dubbio qualsiasi proposizione, hanno dichiarato che il discorso sembrava loro ineccepibile. Chiesero anzi al sottoscritto e ai loro insegnanti di spiegare perché nel mondo le conclusioni del discorso stesso fossero così poco praticate. Ammisi di non essere in grado di spiegare. Dissi soltanto che  l'esperimento comporta una piccola ma inevitabile fatica, e che per quanto avevo potuto osservare, spesso le persone sono talmente pigre che non la vogliono affrontare. Dopo di che ho espresso l'opinione che vale la pena di affrontare quella piccola fatica perché ci consente di evitare molte e più grandi fatiche sia per vita sia per quella delle persone con le quali dobbiamo convivere.